Como un eco… / Jolanda Insana

VERSIÓN DE JUANA CASTRO

COMO UN ECO resuenan   
afirmaciones y negaciones calladas                     

maga por simple mandato         

quiso casa y casa fue       
con dos puertas           
una para entrar y otra para salir                  

imposible alegrarse         
con el diafragma aplastado        
cuando en Bagdad se tiran a la calle      
machacados                   
27 niños        
en fila  
por caramelos                        

entumecida                 
no siente el cuerpo           
de los pies a la cabeza                   
y no extiende los labios   
y no tiende los brazos        
y calla            
pero se toca              
los cabellos el cuello la frente           
tuerce los dedos         
y verifica         
si está hablando conmigo    
o estoy hablando yo                             

relega el tiempo al futuro                
pero aquí está el cumplimiento          
y no vendrá ni pronto ni tarde      
el tiempo que no es          
sin diálogo somos      
mónadas rancias             
dormitando en el mundo          
que no tiene días y no tiene historia

según el sabor           
así la vida

en ciertos trances es con la contradicción            
como hace honor la verdad         
en el palacio de las elegancias acumuladas                     
y da audiencia             
detrás del armario de la cocina

también la emperatriz Ci Xi festejó                      
sus cincuenta años                         
dando audiencia detrás de la cortina

yo soy quien la lleva en vida provocando odio           
y no adivinará la palabra         
a ella destinada            
rescatada en lo mudo de la garganta

entraron rabiosos en las habitaciones
los cuatro caballeros del apocalipsis del shopping
a rebuscar entre zapatos y montones de piezas
y ella allí bajo la escalera
asiste al saqueo
aterrada y temblorosa
con la baba pegada en las comisuras de la boca

no va a la montaña sagrada
ni a los saltos de agua
y sobrecogida por el carácter de la tos
que no sea inoportuna
si se pone en camino
corre el riesgo de equivocar ruta
como hacen los pingüinos
que desembarcan en las cálidas playas
de Río de Janeiro

IN GUISA D’ECO rimbombano / i detti e i contraddetti taciuti // magia per semplice comando // volle casa e casa fu / con due porte / una per entrare e l’altra per uscire // impossibile giubilare / con il diaframma schiacciato / quando a Baghdad schizzano via / maciullati / 27 bambini / in fila / per le caramelle // irrigidita / non sente il corpo / dai piedi alla testa / e non protende le labbra / non tende le braccia / e tace / ma si tocca / i capelli il collo la fronte / torce le dita / e verifica / se sta parlando con me / o sto parlando io // deporta il tempo nel futuro / ma è qui il compimento / e non verrà né presto né tardi / il tempo che non c’è / senza dialogo siamo / monadi irrancidite / sonnecchianti nel mondo / che non ha giorni e non ha storia // il savòr com’è / fa la vita // in certi frangenti è con la contraddizione / che onora la verità / nel palazzo delle eleganze accumulate / e dà udienza / dietro l’armadio della cucina // anche l’imperatrice Ci Xi festeggiò / i suoi cinquant’anni / dando udienza dietro la tenda // sono io che la tengo in vita eccitando odio / e non indovinerà la parola / a lei destinata / ricacciata nel muto della gola // entrarono incazzati nelle stanze / i quattro cavalieri dell’apocalisse dello shopping / a rovistare tra scarpe e pezze a bizzeffe / e lei lì nel sottoscala / assiste allo scempio / atterrita e tremebonda / con la bava incollata agli angoli della bocca // non va alla montagna sacra / né ai ruscelli d’acqua / e troppo presa dal tono della tosse / che non sia disdicevole / se si mette in cammino / rischia di sbagliare rotta / come fanno i pinguini / che sbarcano sulle calde spiagge / di Rio de Janeiro

 

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